Questo viaggio di dodici giorni tocca ben quattro nazioni, Svizzera, Germania, Danimarca, Norvegia, ma, se dovessimo indicare il simbolico numero che lo contraddistingue, dovremmo scegliere di sicuro il numero due: due sono infatti le splendide capitali oggetto di visita con guida previste, ovvero Copenaghen e Oslo; due le grandi città anseatiche in apertura e chiusura di tour - la cosmopolita Lubecca e la nordica Amburgo; due le belle traversate per mare, la prima da Copenaghen a Oslo, la seconda da Kristiansand, estremo sud della Norvegia, a Hirtshals, punta nord dello Jutland. Due ancora i pernottamenti a Francoforte - durante la tratta d'andata e poi nel ritorno - e due i magnifici fiordi esplorati, il Sognefjord e l'Hardangerfjord, uno attraversato in parte via mare e il secondo via terra.
E soprattutto due sono le anime di questo viaggio: l'esplorazione antropica di città storiche e bellissime, orientate vistosamente verso il futuro come Oslo, regali come Copenaghen, dinamicamente colorate come Bergen, e nel contempo la contemplazione di una natura maestosa e in parte ancora incontaminata, come l'indimenticabile paesaggio gotico dei fiordi.
Certo armarsi di pazienza non è un consiglio peregrino trattandosi di un lungo viaggio in pullman, ma il fascino di tale mezzo di trasporto lo si scopre proprio in contesti simili: il passaggio dalle gialle distese piatte della Danimarca all'incredibile metamorfismo del paesaggio norvegese, via bus si fa apprezzare con un apporto di sfumature e angoli e visuali veramente inedito, sorprendente.
Abbiamo avuto la fortuna di avere con noi un autista in gamba come Giulio, che con determinazione ci ha condotti a valicare il passo del Gottardo in un su e giù di strade apocalitticamente in pendio, visto che la galleria quel giorno non risultava agibile, e poi a circumnavigare l'Hardangerfjord con una disinvoltura e una eleganza non da poco, considerando che a tratti la carreggiata si restringeva drasticamente a mo' di scogliera amalfitana del Nord Europa. Proprio da tale prospettiva però sia la Svizzera che la Norvegia ci hanno offerto spettacolari scorci, in un tripudio di nebbie e vapori alla Tim Burton, cascate meravigliose, rocce scheggiate, cime levigate dall'intransigenza dei venti, esibendo un mosaico di colori variegatissimo, dagli azzurri ai verdi, fino ai punti soffici del terreno in cui spessi muschi dai gialli riverberi si confondevano a toni di rosa cipria da steppa primaverile.
La Norvegia, terra di acque delle più differenti configurazioni e nature, dai ghiacciai ai laghi, è la sorprendente scoperta di questo viaggio, con il suo debole sole precoce che insiste poi a indorare i dorsi dei pendii fin oltre le dieci di sera, specchiandosi su nitori d'onde che hanno consistenza tutta particolare, una densità ombrosa da piombo fuso, un pastoso sgretolarsi di toni di luce cangiante dagli alchemici riflessi. Ritengo che insieme al Gran Canyon, ai grandi deserti della Terra e all'Himalaya, i fiordi rappresentino uno dei luoghi naturali più suggestivi del pianeta. La loro femminile mutevolezza, i giochi di ombre e nuvole repentine, l'alternarsi di suoni naturali, animali, e verticali silenzi, li rendono unici: hanno il potere di riempire lo sguardo ma anche l'anima, possiedono una grazia metafisica che solo il penetrarvi dal vivo può comunicare.
A rendere piacevole il viaggio, last but not least, come dicono gli inglesi, il bel gruppo che si è venuto a creare, unito nelle scelte da affrontare ma anche nella puntualità, e soprattutto la simpatia unica della nostra accompagnatrice Alessandra Olivari, un vero ciclone di passione e aneddoti capace di alzare anche le temperature per fortuna non proprio estive dei Paesi Scandinavi.
Luisa
E soprattutto due sono le anime di questo viaggio: l'esplorazione antropica di città storiche e bellissime, orientate vistosamente verso il futuro come Oslo, regali come Copenaghen, dinamicamente colorate come Bergen, e nel contempo la contemplazione di una natura maestosa e in parte ancora incontaminata, come l'indimenticabile paesaggio gotico dei fiordi.
Certo armarsi di pazienza non è un consiglio peregrino trattandosi di un lungo viaggio in pullman, ma il fascino di tale mezzo di trasporto lo si scopre proprio in contesti simili: il passaggio dalle gialle distese piatte della Danimarca all'incredibile metamorfismo del paesaggio norvegese, via bus si fa apprezzare con un apporto di sfumature e angoli e visuali veramente inedito, sorprendente.
Abbiamo avuto la fortuna di avere con noi un autista in gamba come Giulio, che con determinazione ci ha condotti a valicare il passo del Gottardo in un su e giù di strade apocalitticamente in pendio, visto che la galleria quel giorno non risultava agibile, e poi a circumnavigare l'Hardangerfjord con una disinvoltura e una eleganza non da poco, considerando che a tratti la carreggiata si restringeva drasticamente a mo' di scogliera amalfitana del Nord Europa. Proprio da tale prospettiva però sia la Svizzera che la Norvegia ci hanno offerto spettacolari scorci, in un tripudio di nebbie e vapori alla Tim Burton, cascate meravigliose, rocce scheggiate, cime levigate dall'intransigenza dei venti, esibendo un mosaico di colori variegatissimo, dagli azzurri ai verdi, fino ai punti soffici del terreno in cui spessi muschi dai gialli riverberi si confondevano a toni di rosa cipria da steppa primaverile.
La Norvegia, terra di acque delle più differenti configurazioni e nature, dai ghiacciai ai laghi, è la sorprendente scoperta di questo viaggio, con il suo debole sole precoce che insiste poi a indorare i dorsi dei pendii fin oltre le dieci di sera, specchiandosi su nitori d'onde che hanno consistenza tutta particolare, una densità ombrosa da piombo fuso, un pastoso sgretolarsi di toni di luce cangiante dagli alchemici riflessi. Ritengo che insieme al Gran Canyon, ai grandi deserti della Terra e all'Himalaya, i fiordi rappresentino uno dei luoghi naturali più suggestivi del pianeta. La loro femminile mutevolezza, i giochi di ombre e nuvole repentine, l'alternarsi di suoni naturali, animali, e verticali silenzi, li rendono unici: hanno il potere di riempire lo sguardo ma anche l'anima, possiedono una grazia metafisica che solo il penetrarvi dal vivo può comunicare.
A rendere piacevole il viaggio, last but not least, come dicono gli inglesi, il bel gruppo che si è venuto a creare, unito nelle scelte da affrontare ma anche nella puntualità, e soprattutto la simpatia unica della nostra accompagnatrice Alessandra Olivari, un vero ciclone di passione e aneddoti capace di alzare anche le temperature per fortuna non proprio estive dei Paesi Scandinavi.
Luisa