La strada punta a nord e il cielo azzurro del Brennero, nel gioco dei contrafforti alpini che paiono sfidarlo, anticipa orizzonti e verticalità che domineranno l'intero tour. Mito e scenografia, fantasia e spettacolo: ecco le carte del gioco, sinfonia di note estreme dove tutto è grande e vicino insieme. Nel segno di un nome preciso: re Ludwig II.
Monaco e Castelli di Baviera, insieme a Caldana: pronti, si parte. Non bastassero i paesaggi alpini da cartolina, non bastasse l'allegria che la città della birra (e della Bmw) promette, lo spettacolo di un viaggio facile (andiamo poco oltre il confine con l'Italia) e bellissimo (ogni foto è una cartolina, ogni nome è una grande storia) comincia ancor prima di arrivare in Germania. Già, perché è un sicuro piacere fermarsi un intero pomeriggio a Innsbruck, capoluogo del Tirolo, per scoprire una città che non è solo sinonimo (meritatissimo) di mercatini di Natale e tettuccio d'oro, ma che è anche custode di una storia che parte da lontano - addirittura dai Romani, insediatisi dove oggi sorge la bella chiesa di Wilten, prima tappa della nostra visita - e segna una tappa importante nelle vicende della dinastia che ha dominato mezza Europa: gli Asburgo. Il palazzo della corte imperiale (la Hofburg) con il retrostante tettuccio d'oro sulla piazzetta del cuore storico sono lì a ricordarcelo, insieme alla Chiesa della corte, mentre le raffinate architetture in delicato rosa che definiscono il Duomo fanno della chiesa principale della città una deliziosa bomboniera barocca.
Innsbruck ci delizia, ma la Baviera ci attende e la strada che sale tra i boschi del confine - verso e oltre Garmisch-Partenkirchen - opera come efficace introduzione al mondo di fiaba e magia, ma anche di dramma e tensione, che si raccoglie attorno al suo grande protagonista: re Ludwig II di Baviera (1845-1886). I castelli da lui fatti costruire, o che ne hanno ospitato la nascita e l'adolescenza, sembrano altrettante tappe di un'esistenza che - tra le musiche romantiche di Wagner e la realizzazione di un mondo a propria immagine e somiglianza - ha cercato la strada verso la sua complessa identità. Qui tutto è proprio quel che appare: una fiaba romantica. I nomi sono quasi impronunciabili - Linderhof, Neuschwenstein, Hohenschwangau - ma indelebili rimangono le impressioni che questi castelli sagomano nella nostra memoria. E non sarà un caso se un genio dell'immaginazione come Walt Disney ha voluto immortalare uno di questi grandiosi manieri in un suo film indimenticabile: realtà e immaginazione, natura e cultura, sogno e materia qui si incontrano e si fondono, dando vita a luoghi che non hanno uguali.
Baviera, gente solida da queste parti. Il mito romantico di Ludwig rimane saldo, ma la storia va avanti e scrive pagine importati. Tradizione e modernità, dinamismo e piacere di vivere vanno a braccetto nella città dove Oktoberfest e colossi dell'industria (Siemens, Bmw, Allianz, Bayer...), colletti bianchi e baffuti omoni col boccale di birra scandiscono insieme il ritmo di questa terra. Ecco Monaco, sintesi felice e ben riuscita di un modello urbano e sociale che sembra avere qui molte ragioni di originalità. Lo scopriamo facilmente anche noi, conquistati dal piacere di una passeggiata tra i banchi coloratissimi del Viktualienmarkt, il mercato del centro, mentre le note del carillon risuonano dal grandioso municipio della Marienplatz, cuore della città, e i viali principali sfoggiano i palazzi dei Wittelsbach (la dinastia regnante di Baviera, cui apparteneva anche Sissi), importanti chiese (San Michele, San Pietro), storiche birrerie (Hofbrau, Augustiner), godibili piazze (Karlplatz)... Insomma, un intero mondo vivace e disteso al tempo stesso, evidentemente benestante, dove la vita sembra nata baciata dalla fortuna ma anche dall'intelligente operosità.
Partire per tornare a casa non è facile. Troppo bello tutto questo. Ma la Baviera è signora e, come ti seduce negli eleganti ambienti della reggia di Nymphenburg, così sa restituirti, nell'amplissimo e bellissimo parco della stessa reggia, al passo sciolto e aperto di chi sa partire per altri mondi da scoprire. Con un prossimo viaggio.
Monaco e Castelli di Baviera, insieme a Caldana: pronti, si parte. Non bastassero i paesaggi alpini da cartolina, non bastasse l'allegria che la città della birra (e della Bmw) promette, lo spettacolo di un viaggio facile (andiamo poco oltre il confine con l'Italia) e bellissimo (ogni foto è una cartolina, ogni nome è una grande storia) comincia ancor prima di arrivare in Germania. Già, perché è un sicuro piacere fermarsi un intero pomeriggio a Innsbruck, capoluogo del Tirolo, per scoprire una città che non è solo sinonimo (meritatissimo) di mercatini di Natale e tettuccio d'oro, ma che è anche custode di una storia che parte da lontano - addirittura dai Romani, insediatisi dove oggi sorge la bella chiesa di Wilten, prima tappa della nostra visita - e segna una tappa importante nelle vicende della dinastia che ha dominato mezza Europa: gli Asburgo. Il palazzo della corte imperiale (la Hofburg) con il retrostante tettuccio d'oro sulla piazzetta del cuore storico sono lì a ricordarcelo, insieme alla Chiesa della corte, mentre le raffinate architetture in delicato rosa che definiscono il Duomo fanno della chiesa principale della città una deliziosa bomboniera barocca.
Innsbruck ci delizia, ma la Baviera ci attende e la strada che sale tra i boschi del confine - verso e oltre Garmisch-Partenkirchen - opera come efficace introduzione al mondo di fiaba e magia, ma anche di dramma e tensione, che si raccoglie attorno al suo grande protagonista: re Ludwig II di Baviera (1845-1886). I castelli da lui fatti costruire, o che ne hanno ospitato la nascita e l'adolescenza, sembrano altrettante tappe di un'esistenza che - tra le musiche romantiche di Wagner e la realizzazione di un mondo a propria immagine e somiglianza - ha cercato la strada verso la sua complessa identità. Qui tutto è proprio quel che appare: una fiaba romantica. I nomi sono quasi impronunciabili - Linderhof, Neuschwenstein, Hohenschwangau - ma indelebili rimangono le impressioni che questi castelli sagomano nella nostra memoria. E non sarà un caso se un genio dell'immaginazione come Walt Disney ha voluto immortalare uno di questi grandiosi manieri in un suo film indimenticabile: realtà e immaginazione, natura e cultura, sogno e materia qui si incontrano e si fondono, dando vita a luoghi che non hanno uguali.
Baviera, gente solida da queste parti. Il mito romantico di Ludwig rimane saldo, ma la storia va avanti e scrive pagine importati. Tradizione e modernità, dinamismo e piacere di vivere vanno a braccetto nella città dove Oktoberfest e colossi dell'industria (Siemens, Bmw, Allianz, Bayer...), colletti bianchi e baffuti omoni col boccale di birra scandiscono insieme il ritmo di questa terra. Ecco Monaco, sintesi felice e ben riuscita di un modello urbano e sociale che sembra avere qui molte ragioni di originalità. Lo scopriamo facilmente anche noi, conquistati dal piacere di una passeggiata tra i banchi coloratissimi del Viktualienmarkt, il mercato del centro, mentre le note del carillon risuonano dal grandioso municipio della Marienplatz, cuore della città, e i viali principali sfoggiano i palazzi dei Wittelsbach (la dinastia regnante di Baviera, cui apparteneva anche Sissi), importanti chiese (San Michele, San Pietro), storiche birrerie (Hofbrau, Augustiner), godibili piazze (Karlplatz)... Insomma, un intero mondo vivace e disteso al tempo stesso, evidentemente benestante, dove la vita sembra nata baciata dalla fortuna ma anche dall'intelligente operosità.
Partire per tornare a casa non è facile. Troppo bello tutto questo. Ma la Baviera è signora e, come ti seduce negli eleganti ambienti della reggia di Nymphenburg, così sa restituirti, nell'amplissimo e bellissimo parco della stessa reggia, al passo sciolto e aperto di chi sa partire per altri mondi da scoprire. Con un prossimo viaggio.