Viva Leonardo da Vinci

1519-2019: 500 anni di Rinascimento

Il 2019 è per la Francia ed in particolare per la Valle della Loira un anno di eventi e celebrazioni per ricordare la vita e le opere di Leonardo da Vinci in occasione del 500° anniversario della sua scomparsa avvenuta ad Amboise, il 2 Maggio 1519

Leonardo grande genio universale, architetto, pittore, scultore, ingegnere e scienziato rappresenta a pieno l'uomo rinascimentale e l'ideale dell'Umanesimo.

Leonardo da Vinci ad Amboise ©LdeSerres

1452: Leonardo nasce nel borgo di Vinci in Toscana. Figlio illegittimo di un notaio fiorentino non accede a studi classici di greco e latino. Il suo metodo di apprendimento sarà l'osservazione della natura, che egli imparerà a scrutare nei minimi dettagli.

1465: a tredici anni, si trasferisce a Firenze. Qui frequenta la bottega di Andrea Verrocchio ed entrerà a far parte della cerchia di artisti e uomini d'ingegno alla corte di Lorenzo il Magnifico. Una curiosità: un dipinto di Andrea Verrocchio, oggi esposto agli Uffizi, che porta il nome di ?Battesimo di Cristo? vede il Verrocchio farsi aiutare per la prima volta da questo giovinetto di nome Leonardo che, nel disegnare le vesti di un Angelo che regge le vesti di Cristo, dimostrò tale bravura che si dice Verrocchio non volesse più toccare i colori.

Battesimo di Cristo, Verrocchio ©uffizi.it

1482: Leonardo lascia Firenze per Milano dove lavorerà al servizio di Ludovico Sforza.

1499: A Firenze rientrerà una prima volta per lavorare al servizio di Cesare Borgia e nel 1508 un'ultima volta poco prima di lasciare l'Italia per trasferirsi in Francia.

1516: Leonardo arriva in Francia ad Amboise nell'autunno del 1516. Ha 64 anni ed ha compiuto un viaggio lungo e difficile (quasi 2.000 km a dorso di mulo attraverso le Alpi). Porta con sé i suoi taccuini di appunti e disegni e tre capolavori: La vergine col Bambino e Sant'Anna, il San Giovanni Battista e la Gioconda, che più tardi entreranno a far parte della collezione del Louvre.

Arriva ad Amboise invitato dal giovane re Francesco I, allora ventiduenne.

Statua di Francesco I, Castello di Amboise ©LdeSerres

Leonardo ed il re si erano incontrati a Bologna alla fine del 1515. Il re vi si trovava dopo la vittoria nella battaglia di Marignano che aveva attribuito ai francesi il controllo sul Ducato di Milano. Il giovane Francesco I gli scrive in una lettera: ?sarete libero di sognare, di pensare e di lavorare?. Leonardo ormai anziano e privo di grandi protettori accetta di buon grado.

Quando Leonardo arriva ad Amboise il re lo nomina ?primo pittore, ingegnere ed architetto?, gli mette a disposizione il Maniero di Clos Lucé e gli versa una ricca pensione. Il re è molto legato a Leonardo, lo chiama ?mon père? e si reca ogni giorno a fargli visita. Esisteva infatti al tempo un passaggio sotterraneo che collegava  il castello di Amboise al Clos Lucé.

Manoir di Clos Lucé ©LdeSerres

Ad Amboise, Leonardo non dipinge più ma sogna, pensa e lavora. Fa dei progetti visionari come quello di Romorantin, cittadina a 40 km a sud-est della Loira, destinata a diventare la città ideale di Francesco I, la nuova capitale del Regno di Francia. Un sogno che non si realizza ma che ci lascia il progetto della scala a doppia rivoluzione che sarà poi costruita nel Castello di Chambord. Altri progetti visionari sono quello della rete di canali per unire la Loira alla Saona, quindi la zona della Loira al Lionese, e il prosciugamento delle paludi della Sologne. Il Maestro studia la natura, perfeziona le sue invenzioni e allestisce per il re delle feste spettacolari con delle trovate mirabolanti: ad esempio il leone che sputa gigli, fiore simbolo della monarchia francese.

Giardino del Castello di Clos Lucé ©LdeSerres

1519: il 2 Maggio 1519, tre anni dopo il suo arrivo ad Amboise, Leonardo muore nel Castello di Clos Lucé e viene sepolto nel chiostro della Cattedrale di Saint Florentin al Castello Reale di Amboise. La Chiesa sarà poi distrutta nel 1808 e la sua sepoltura trasferita, molti anni più tardi, nella Cappella di Saint Hubert.

Castello di Amboise e Cappella di Sain Hubert

Nel castello di Amboise è possibile ammirare nel corso del 2019  un monumentale dipinto (280 x 357) di  Francois- Guillaume Ménageot che celebra la Morte di Leonardo (1781).

La morte di Leonardo da Vinci – Dipinto di François-Guillaume Ménageot ©FSL

Il Clos Lucé permette al visitatore di avere una visione intima della vita di Leonardo:

Il Castelletto è una dimora in mattoni rosa e tufo circondata da un parco. Al pianterreno si trovano  lo studio e la biblioteca, la cucina e al 1° Piano la camera da letto dove è morto il Maestro.

Nell'interrato quattro sale presentano i modelli delle sue invenzioni realizzate con tecniche d'epoca.


Nel parco si ritrovano una ventina di riproduzioni giganti delle invenzioni più famose. Nel giardino di Leonardo il paesaggio è stato realizzato seguendo lo spirito dei quadri di Leonardo.

©LdeSerres

In occasione dell'Anniversario, al Clos Lucé sarà esposto un grandioso arazzo dell'Ultima Cena proveniente dai Musei Vaticani. Si tratta di un arazzo eseguito sul modello dell'Ultima Cena, tessuto per Luisa di Savoia e suo figlio Francesco I e donato a Papa Clemente VIII in occasione delle nozze di Caterina de Medici con il principe Enrico.

1519-2019: 500 ANNI DI RINASCIMENTO

Il 1519 non segna solo il 5° centenario della morte di Leonardo ma anche la posa della prima pietra del grandioso Castello di Chambord e la nascita di Caterina de Medici, futura regina di Francia. Questi eventi segnano simbolicamente l'inizio del RINASCIMENTO in Francia.

Castello di Chambord ©LdeSerres

Questo movimento intellettuale ed artistico, che ha origine nell'Italia del Quattrocento, arriva in Francia e in modo particolare nella regione della Valle della Loira grazie a due sovrani: Carlo VIII e Francesco I, il mecenate di Leonardo.

Per volontà di questi sovrani e dei loro successori, un gran numero di architetti, artigiani, artisti (in grandissima parte italiani) trasformano le cittadine e le campagne nel cosiddetto Giardino della Francia. Castelli, chiese, edifici pubblici contribuiscono alla trasformazione della Valle della Loira. Sorgono così Chambord (1519), Azay le Rideau (1518), Chenonceau(1514), l'ala Francesco I del Castello di Blois (1515). L'arrivo di artisti italiani nella Valle della Loira apre un periodo che rivoluzionerà l'architettura, la decorazione interna ed esterna e lo stile di vita.

Castello di Chenonceau

L'attuale regione della Valle della Loira diventa un grande punto di incontro e sviluppo culturale dove fioriscono l'Umanesimo e la Riforma.
 

La Valle della Loira: Patrimonio dell'UNESCO

Dal 2000, 280 km del territorio della Valle della Loira sono iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO, da Sully-sur-Loire (Loiret) a Chalonnes-sur-Loire (Angiò). Un riconoscimento che fa della Valle della Loira il più grande sito francese riconosciuto come tale. Territorio naturale e culturale i suoi paesaggi culturali viventi, nati dalla Loira e dall'intervento dell'uomo, ospitano i maestosi castelli della Loira e le città emblematiche della Valle della Loira.  

Giardini del Castello di Villandry ©Gillard-et-Vincent

L'UNESCO onora un territorio che possiede un patrimonio culturale immenso. Di questo patrimonio sono testimonianza Orléans, Blois, Tours, Chinon, Saumur, città d'arte e di storia.
Senza dimenticare i prestigiosi Castelli della Loira, simbolo del Rinascimento e del secolo dei Lumi. I castelli di Chambord, Chenonceau e l'Abbazia Reale di Fontevraud sono solo alcuni dei famosi siti situati nelle  Valle della Loira, per questo considerata come "un'espressione del genio creatore dell'uomo". E di geni che ne sono stati, primo tra tutti Leonardo da Vinci, ma la Loira con la sua bellezza selvaggia, seduce anche grazie ai suoi riflessi, alle sue misteriose isole, con gli effimeri greti di sabbia.
Tutt'intorno al fiume si è sviluppata la vita: quella di numerose specie vegetali e animali ma anche quella degli uomini che hanno saputo domare la terra per trarne profitto. Da queste terre sgorgano gli squisiti vini della Valle della Loira, un tempo commercializzati grazie allo stesso fiume reale, asse principale del commercio.

Leonardo da Vinci al Louvre

Il Louvre possiede la più importante raccolta al mondo di opere di Leonardo con ben cinque capolavori assoluti e 22 preziosi disegni custoditi nei fondi.

San Giovanni Battista

Le 3 opere che Leonardo porta con sé dall'Italia  sono oggi esposte al Museo del Louvre di Parigi. Si tratta della Vergine col Bambino e Sant'Anna, del San Giovanni e della celeberrima Monna Lisa. Il Louvre custodisce pure la prima versione della Vergine delle Rocce, la seconda si trova alla National Gallery di Londra e la Belle ferroniere.

Di fatto Leonardo fu l'apripista della pittura moderna, riconosciuto dal Vasari stesso che lo predilige a Michelangelo.

Gioconda al Museo di Louvre

La Gioconda o Monna Lisa è l'icona della pittura leonardesca. Si tratta del ritratto di Lisa Gherardini, sposa del mercante di tessuti fiorentino Fancesco del Giocondo, probabilmente iniziato da Leonardo nel 1503 a Firenze. Un altro ritratto femminile conservato al Louvre è quello della Belle ferronière, considerato il ritratto di Lucrezia Crivelli, favorita di Ludovico il Moro. Ferronière è il nome del gioiello che la donna porta sulla fronte.

Il furto della Gioconda

A rendere la Gioconda una delle opere più conosciute al mondo contribuì anche Vincenzo Peruggia, il ladro che il 21 agosto del 1911 lo rubò dal Louvre di Parigi. La scomparsa della Monna Lisa divenne un vero e proprio giallo e trascorsero ben due anni prima che si arrivasse ad una svolta nelle indagini. Peruggia fu arrestato a Firenze nel 1913, dove provò a vendere l'opera al direttore degli Uffizi e ad un mercante d'arte. Il ladro, che sosteneva di aver agito per restituire all'Italia il capolavoro sottratto da Napoleone ottenne una condanna piuttosto lieve, un anno e quindici giorni, poi riconvertiti a sette mesi e 8 giorni. In realtà come sappiamo fu proprio Leonardo a portare la Gioconda in Francia.

Vincenzo Peruggia

Il paesaggio della Gioconda

Un altro enigma a lungo irrisolto riguarda il paesaggio raffigurato alle spalle della Gioconda. Secondo gli ultimi studi, si tratterebbe del punto in cui l'Arno supera le campagne di Arezzo e riceve le acque dalla Val di Chiana. Sulla destra è infatti ben visibile il ponte di Buriano, costruito nel XIII secolo e ancora oggi esistente. Sulla sinistra si vede invece la Gola di Pratantico, ma qualche dubbio resta comunque. Alcuni studiosi infatti ritengono si possa trattare di un tipico paesaggio lombardo, e di un ponte che si troverebbe nella zona di Lecco, e arrivano a sostenere che il dipinto contenga un mistero, cioè che capovolgendolo si possa vedere il profilo del Resegone. Il mistero continua?

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Redazione Caldana Travel

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